mercoledì 30 dicembre 2009

Fuga interfestiva

Ieri sera sono stato coinvolto in un invito parental amicale, di quelli che fioriscono tra Natale e Capodanno e che presuppongono un carattere socievole e conviviale, pronto ad accettare di buon grado la proposta post natalizia del mercante in Fiera e del Sette e Mezzo.
Io, purtroppo o per fortuna, non ho un carattere simile ed ho sentito di dovermi premunire per affrontare senza traumi la seratina sociale.
Approfittando del fatto che, dopo un protratto periodo di sosta, da circa una settimana ho ripreso la mia attività podistica seguendo un nuovo, inatteso entusiasmo (a volte quello che sembrava accantonato e messo da parte, rimosso, riemerge improvviso ed anche prepotente....mistero!!!) ho agito con premeditazione ed ho messo in macchina un completo set da podista invernale (zainetto, guanti, cappellino, ceratina, bottiglietta d'acqua, fazzolettini, snack, scarpe, tovaglia, ricambi vari ecc.).
E così, iniziata la seratina con giocatina socializzante, ho atteso che il mio disadattamento fosse di intensità sufficiente (cosa che si è verificata prima di quanto io stesso potessi prevedere) ed alle 21 e 30 è scattata l'autoespulsione.
Ho salutato tutti i convenuti al tavolo verde imbiancato dallo zucchero delle fette di pandoro di circostanza, mi sono chiuso in bagno dove mi sono cambiato e sono riuscito in perfetta tenuta da Forrest Gump.
Una vera metamorfosi.
Mi sono sentito una sorta di Clark Kent convertito in Superman per cambio look ad ultra velocità dentro una cabina telefonica.
Io, più semplicemente, mi sono cambiato dentro il cesso di mio cognato, però mi sentivo altrettanto eroico.
I mercantinfieristi si sono voltati mostrando stupore, preoccupazione e disgusto.
“...Ma dove stai andando? Stai uscendo? A quest'ora? E' buio, sono quasi le dieci, c'è freddo, non hai paura delle macchine? Non hai paura che qualche cane ti possa addentare? Ma noi siamo tutti qua? Ma ti pare giusto andartene? Che senso ha se siamo tutti insieme? Dai, non è il caso, lo potresti fare in qualsiasi altro momento...”. E così via con altre banalità di questo tenore.
Non è il caso? Altro se lo è...!!!
Ho sorriso forzatamente e con una punta di acidità distruttiva ho risposto semplicemente: “...no, preferisco andare a correre...”.
E sono uscito.
Solo, aria frizzante, buio, una bella salita nella notte verso una mia meta eroica scelta lì per lì, la cima della collina oltre il paese. Passo lento, cadenzato, bella fatica, sudorino, poi sudore. Salgo ancora nel buio. Sono sempre più lontano dalla festicciola, sempre più stanchetto (sono impegnato in una salita che ritengo degna di Fausto Coppi anzi mi immagino di scalare le Tre Cime di Lavaredo a piedi anche se, in realtà, sono impegnato ad affrontare una innocente collinetta).
Ho superato il centro abitato e continuo ad immergermi nel buio della campagna e di una montagnola che mi estenua.
Ho completamente dimenticato il Mercante in Fiera, il mio unico obiettivo è la cima della collinetta (che vado allucinando come farebbe un gregario al Tour de France con la vetta del Colle dell'Izoard).
Ancora cinquecento metri e sono in cima.........., META RAGGIUNTA!!!!!!!!!!!!!
Gran premio della montagna!!!!!
Sono in alto.
Vedo, molto in basso, sotto di me la strada già percorsa.
Caspita quanto sono in alto.
Una delle lucine sotto di me è la casa dei convenuti di mia conoscenza dove si consuma il rito della festa ed il disgusto e la preoccupazione per la provocazione del mio dissenso.
Il dissenso è un cattivo esempio, meglio abbassare la testa e distribuire le carte per la prossima manche
Qua in alto fa un po' di freddino.
Metto la ceratina, libero la mia vescica sollecitata dalla temperatura, bevo un po' d'acqua ed inizio la discesa.
A tratti mi sento un aliante che plana verso l'aeroporto.
Mentre scendo con corsetta dal passo controllato cominciano ad avvicinarsi le luci del centro abitato.
Tornare nella luce e tra le case è rassicurante e lo apprezzo maggiormente perchè ho voluto provare la frizzante emozione di una paurina, quella di correre da solo nel buio della notte, in salita, verso una cima (cimetta) dopo avere detto no al Mercante in Fiera.
Acquisite sensazioni, odori.....pensieri? No, pensieri no! Solo sensazioni, i pensieri forse verranno in seguito, sento le gambe procedere sciolte sulla strada del ritorno.
Sono quasi arrivato, ecco, mancano poche centinaia di metri, ultimo sforzo....!!!
Rientro sudato e congestionato, endorfinizzato a sufficienza per riaffrontare il precapodanno.
Doccia, dismetto il costume e mi riapproprio della mia identità sociale.
Parlo, scherzo, scambio opinioni.
Le sensazioni rimangono mie ed incondivise. Sono in un ambiente pieno di luce ma dentro di me è rimasto ancora un poco di buio, un poco di frizzante paurina.
Mi riassaporo queste sensazioni ed affronto il disappunto di chi mi avrebbe voluto banditore del gioco sociale.
Vivo il piacere del ritorno dopo la fuga, della luce dopo il buio e la solitudine, del conforto dopo la paura, di un pensiero dopo una sensazione, di un ricordo dopo un sentimento.

30.12.2009
Vincenzo Cordovana

martedì 22 dicembre 2009

Dimenticarte

A volte si ricorda, a volte si dimentica.
Si vuole ricordare, si vuole dimenticare.
Un ricordo può emergere ricordando,
un ricordo può emergere dimenticando.
Ricordare è naturale,
dimenticare è naturale ma può anche essere un'arte.

Ho voluto dimenticare,
ho coltivato la sublime arte della cancellazione dei ricordi.
Appassionato ho combattuto eroicamente contro l'ambigua ed insidiosa seduzione della memoria.
E' stata una lotta impari, condotta senza esclusione di colpi.
Enorme è stata la gioia quando ho vinto la partita.
Ho voluto dimenticare ed i miei sforzi sono stati premiati.
Finalmente ho dimenticato tutto.
Ho anche dimenticato di dimenticare.
Ora non ricordo più perchè ricordo...ancora

22.12.2009
Vincenzo Cordovana

giovedì 10 dicembre 2009

Olfami il cuore
















La dolce Frida
(foto di Maurizio Crispi)

Ciao dolce Frida, nasone prominente,
forse con quel tartufo tu senti ulteriormente,
non son soltanto odori quelli che percepisci
forse cio che è nel cuore col naso tu intuisci.

Mi fissi con quegli occhi che guardano lontano,
oltre la mia apparenza, un gesto, la mia mano,
a te certo non sfuggo, un intimo dolore
rimane catturato dal naso indagatore.

Io sento quest'anima a me tanto vicina,
un'anima olfattiva, sensibile, canina.
Senti forse l'odore di un forte sentimento
e scavi con grande canino accanimento

Brava la Fridolina, ecco l'hai ritrovato,
scava decisa dentro al mio cuor come in un prato,
a me sembra impossibile trovar quella parola
che solo annusandomi capir puoi tu, da sola

10.12.2009
Vincenzo Cordovana

lunedì 7 dicembre 2009

Oscure deiezioni



Domenica, sciarpato e bandanato salgo le scale tempio ove si celebra settimanale rito sfera rotolante e turbinante che ventidue sacerdoti iperpolpacciuti cercano irretire oltre parte e porta avversa.
Speranza, anzi certezza affermazione, gloria, celebrazione universale apprezzamento nostra stupenda identità quest'oggi manifestantesi tramite contesa feticcio forma perfettamente sferica rimbalzo controllato verificato terna garanti regolarità evento.
Cibato a dovere ingeriti abbondanti liquidi, anzi troppi, sollecitasi fisiologia diuresi con urgenza attivazione organo emuntorio scorie liquide metabolismo umano.
Comportamento altresì etologicamente motivato virile necessità marcare possesso territorio, inibito contendenti, tramite emissione tracce olfattive aminoacidi aromatici presenti succitato prodotto escrezione.
Temporaneamente interrotta ascesa tempio necessaria breve sosta luogo deputato escrezione collettiva fedeli-celebranti sesso maschile.
Accedo ambiente atto alla bisogna.
Passo celere presupponente fugace sosta.
Improvviso, inatteso rallentamento
Causa guasto impianto illuminazione locale-escrezioni ambiente immerso buio pesto.
Adattata pupilla ambiente privo luce intravedonsi contorni chiari semicerchi cementati muro atti raccogliere scorie liquide organismo umano sesso maschile
Strana relazione clamore-vivida luce toni ovattati-oscurità.
Luogo oscuro emerge silente quale isola ritmo lento tra fragore e turbinio prossima coinvolgente apoteosi.
Passione struggente invadente mente subisce pacata involuzione in luogo offuscato destinato deiezione.
Impegno totale raggiungere citato obiettivo fissato sul muro ed ivi deporre sostanze azotate.
Ambiente stipato compagni d'urina anch'essi impegnati oscuro progetto.
Volti non visti qual corpi fantasmi.
Ecco conquisto il mio punto escretivo.
Con calma proietto al muro il mio getto.
Accanto avvicendansi sagome silenti. Definiamo, pacati, programma d'azione, la cinta, il bottone, la cerniera, il pantalone.
Tutto si avvicenda in studiata sequenza.
Vanificate precedenti certezze configuranti azione automatica quasi priva consapevolezza.
Oscurità silente impone nuova consapevolezza anche azioni da sempre acquisite e impensate.
Con calma, conclusa fisiologica incombenza, raggiungo l'uscita, la luce la salita.
Un attimo mi fermo, respiro e mi frastorno.
Disassuefatto già mi ero a quella gente intorno.
Riprende tra poco la vita, la luce, il gran clamore, emergo e vedo il verde, si vince oppur si perde
Dimentico, coinvolto quel luogo rallentato, oscuro e pur silente, ove ero soffermato.
No, non ancora, vi è in me ulteriore urgenza
Mi fermo un altro poco, rientro con sgomento, elimino, inatteso un nuovo, altro tormento, qualcosa che non tollero tenere anche un momento, ricerco all'oscuro, affisso al muro il tondo, non posso trattener quel che ho dentro, anche un secondo. Con calma reintrodottomi nel luogo misterioso ne esco più leggero, più calmo, anche più vero.
Basta non c'è più tempo per altre deiezioni, non posso subir della quiete tentazioni.
Riprendo, recupero ruolo contesa integrato clamorosa partecipazione.
Mente già sgombra recente esperienza oscura.
Totale apparente integrazione gruppo partecipanti strepito inneggiante opportuna sopraffazione avversario.
Mio sguardo fiero, invincibilmente partecipante evento
Finita prima parte celebrazione, sopraggiunta prevista stasi sento urgere nuova impellente attivazione organo emuntorio causa abbondantissimissima pregressa assunzione liquidi non del tutto metabolizzati inducente mia sollecita reintroduzione luogo oscuro e silente deputato eliminazione scorie recupero pax sfinterica. Subenta rilassamento vescicale inaspettatamente connesso provvido sollievo emozionale

01.12.2009
Vincenzo Cordovana

mercoledì 2 dicembre 2009

Giustizia con la g minuscola

Esiste un salto, una strana ed incontrastata difformità tra il personale ed il sociale che sembrano obbedire a diverse regole.
Questa cosa mi lascia perplesso
Cercherò di spiegarmi meglio
Parlando e commentando fatti della vita politica e sociale ci appassioniamo al tema della Giustizia e siamo certi di schierarci dalla sua parte. Sembra quasi che la Giustizia sia tra le cose più importanti e forse lo è davvero.
Questo ci consente di manifestare il nostro sdegno per tutto quello che ostacola questo sacrosanto percorso.
Se arrivasse l'era della Giustizia dovremmo esserne lieti e socialmente realizzati.
L'organizzazione sociale presuppone il concetto di Giustizia, e l'esistenza di figure ed organismi che ne garantiscano l'affermazione. Il concetto di Giustizia presuppone anche che si decida quello che è giusto contrapponendolo a quanto riteniamo censurabile.
La Giustizia è un pensiero forte, basato su esibite certezze ed ha la forza e la debolezza di ogni pensiero forte.
Se la Giustizia, che tanto ci appassiona, riuscisse ad affermarsi saremmo felici?
Non lo so e mi verrebbe da dire che non vedo alcuna correlazione tra l'affermazione di una idea sociale e la felicità degli uomini che compongono tale organizzazione sociale.
Ritorno al punto iniziale e mi richiedo se la vita sociale e la vita personale di ognuno di noi si articoli secondo le stesse regole.
Io credo di no.
Infatti, limitandoci a considerare il tema della Giustizia che in campo sociale ci trova tutti concordi nel volerne affermare le regole e che tanto ci appassiona, se trasponiamo tale lettura al piano personale, e mi limito a parlare di me, tale lettura non risulta più calzante e nulla sembra avere a che fare con il nostro benessere e la nostra intima felicità.
Io, per esempio, nella mia vita non sopporto essere giudicato come non sopporto l'idea di giudicare, ergo, nella mia vita personale, di fatto, ho bandito l'idea di Giustizia
E' quindi evidente che il concetto di Giustizia nella mia vita privata assuma un significato del tutto differente da quanto io stesso potrei affermare in un contesto pubblico
Come è mai possibile tutto ciò
Vero paradosso: gli uomini combattono ed anche muoiono per affermare conquiste sociali che nella propria vita privata odierebbero ed avverserebbero con tutte le loro forze.
Io vivo spesso questa contraddizione irrisolta
Ben venga la Giustizia, sia affermi nella mia città, nel mio quartiere ma non entri a casa mia.
Sia il mio cuore libero di crearsi le sue leggi, di trasgredirle, di ricrearne di nuove, di gettarle via come carta straccia
Nessuno giudichi le leggi del cuore, ogni cuore obbedisca soltanto a se stesso ed alla sua legge

02.112.2009
Vincenzo Cordovana

martedì 1 dicembre 2009

Gioco e possesso



Mio figlio gioca con Ciccio, il barboncino, gli lancia la pallina par farla riportare però il gioco non progredisce perchè Ciccio si impossessa della pallina e non la vuole assolutamente cedere, anzi ringhia ad ogni tentativo di sottrargliela. Gigetto (mio figlio non si chiama così ma in fondo tutti i bambini potrebbero convenzionalmente essere dei Gigetti) si ostina nel tentativo di convincerlo a lasciare la preda ma il cagnolino percepisce che c'è aria di fregatura e si intestardisce ancora di più nel mantenere il possesso di quello che ritiene ormai di sua proprietà.
Ciccio non ha alcuna intenzione di rinunciare a quanto ritiene ormai acquisito.
La situazione sembra stagnare.
Mi permetto di intervenire per cercare di rimettere in sesto una relazione cane bambino che sembrerebbe vivere un momento critico.
Consiglio a Gigetto di abbassarsi a livello del cane (trattandosi di un barboncino nano questo vuole dire quasi sdraiarsi per terra).
Lo invito quindi a carezzare il cane parlandogli con dolcezza e senza toccargli la bocca dove rimane serrata la pallina.
Il cane viene invitato a giocare senza fare riferimento al possesso della pallina.
Dopo un poco Ciccio si coinvolge nel gioco e lascia la pallina.
Dico a mio figlio di prendere la pallina e di offrirla al cane continuando ad carezzarlo ed a lodarlo.
La sequenza si ripete alcune volte.
Noto che il cane comincia ad interessarsi meno al possesso della pallina.
Cambio allora tattica.
Non appena Ciccio dimentica la pallina invito Gigetto a farla rotolare per terra invitando il cane con dolcezza a prenderla.
Ciccio recupera il trofeo ma dopo un poco inizia a lasciarlo.
Lo invito ancora ad offrire la pallina al cane tutte le volte che questi la abbandona, anche casualmente, oppure a lanciarla senza troppa enfasi.
In breve dopo un poco il cane si rassicura rispetto al timore di avere sottratta la pallina e comincia a correre nel recupero ed a lasciarla nelle mani del ragazzino il quale capisce che non deve neanche lui competere con Ciccio per il possesso della pallina.
Tutto è ormai risolto
Il piacere del gioco è diventato superiore del piacere del possesso
La relazione tra bambino e cane può riprendere
Entrambi ora amano scambiarsi l'oggetto (la pallina) che sino a poco fa cercavano soltanto di contendersi.
Pensavano che il piacere fosse possedere la pallina.
Ora non temono più di perdere qualcosa, ora possono giocare sereni
Tra loro si è stabilita una nuova fiducia, quasi una complicità
Ora hanno capito che il piacere è giocare insieme
Si, è proprio così: il piacere del gioco è ora più forte del piacere del possesso
Ora è tutto chiaro
Ora potranno iniziare a divertirsi insieme

30.11.2009
Vincenzo Cordovana

venerdì 27 novembre 2009

Guerra totale in salotto


Mi accomodo in salotto, accendo la televisione, mi sintonizzo sul telegiornale. Le notizie scorrono preoccupanti. Istintivamente cambio canale e mi imbatto in un incontro di Wrestling. Cerco di sfuggire anche a questa teleproposta, abbasso gli occhi e sul pavimento e trovo un reperto a dir poco inquietante......

Undertacher, Curt Angle, Tre John Cena, Ray Mysterio, Goku (il gigante), Edge, JBL, Booker T, Shelton Benjamin

Ehilà! Guarda un pò cosa mi ritrovo in casa.
Un gruppo di irriducibili eroi che aggrovigliati cercano in ogni modo di sopraffarsi.
Non sapevo che in salotto si fosse scatenata la guerra totale ad opera di questi lillipuziani.
Tutti contro tutti, è questa l'unica consegna di questo conflitto che non saprei nemmeno se definirlo tale. Infatti nella mia idea romantica di belligeranza c'è un buono (noi) ed un cattivo (loro), ma in questo caso ogni riferimento è totalmente destrutturato, questi lottano ferocemente e la lotta e la sopraffazione sembrano essere fini a se stesse.
L'obiettivo della guerra è la guerra stessa
Gli stessi eroici personaggi in un altro contesto e nell'ambito di un confronto strutturato (sono quasi tutti dei Wrestler) avrebbero dato la parvenza di combattere per un obiettivo condivisibile (il titolo, la gloria, il compenso) ma quanto vedo nel mio salotto mi fa capire che tutto ciò è soltanto un finto motivo, un pretesto.
Non appena vengono lasciati liberi questi si scagliano l'uno contro l'altro cercando di annientarsi, di spezzettarsi, di demolirsi. Sorretti da una mostruosa e sovrumana volontà di distruggersi, come se a combattere non fossero loro, sono essi stessi preda di altrui volontà assassine.
In loro sembrerebbe operare l'oscuro volere di un misterioso Signore della Morte.
Alcuni sembrano addirittura avere perso la loro identità come se ad essere comandata non fosse l'intera persona ma i loro singoli arti, che risultano ancora capaci di offendere anche se staccati dal resto del corpo. Ed infatti alcuni di loro non hanno più neanche la testa ma nonostante ciò continuano a lottare sebbene privati di ogni consapevolezza.
Credo proprio che un Signore della Guerra si sia impossessato di loro e li induca alla distruzione totale.
Il mitico eroe John Cena, l'eroe in prima fila con le braghe scure, è presente in tre alter ego ma anche lui, che forse non è più lui, non si rende nemmeno conto che nel combattere contro gli altri combatte anche contro se stesso.
Credo che John Cena sia stato appena decapitato ad opera di un misconosciuto se stesso, privo anch'esso di testa, di braccia e di speranza

27 novembre 2009
Vincenzo Cordovana

venerdì 20 novembre 2009

Panchine simbionti


Una panchina in pietra privata dal tempo e dagli eventi della sua seduta ritrova la sua identità in un simbiotico rapporto con una panchina con seduta in legno e con struttura metallica ormai consunta ed inadatta a sorreggere i passanti.
Le proprie debolezze, le proprie insufficienze e le proprie forze vengono superate da un fruttuoso confronto con altrui debolezze ed altrui certezze.
Ognuno fornisce la parte migliore di se e si integra con l'altro.
Ne viene fuori un nuovo organismo simbionte che recupera pertanto una sua vita ed una sua funzionale integrità.
E' una nuova identità che non è soltanto lignea e non è soltanto lapidea.
Ogni panchina sopravvive rinunciando ad essere fedele a se stessa, al rigore della propria vecchia identità ormai logora ed accettando una nuova ridefinizione di sè in rapporto all'altra.
La nuova struttura ha la forza della pietra e l'eleganza del legno.
La forza dell'una colma la debolezza dell'altra.
Talora l'unione di due pensieri deboli esprime un inaspettato vigore

20 novembre 2009
Vincenzo Cordovana

martedì 3 novembre 2009

Veicoli commerciali


Loro non usano auto blu






"...io uso la Escort, e tu?..."






"...io uso il Transit, è tutto un altro modo..."



03.11.2009
Vincenzo Cordovana

mercoledì 21 ottobre 2009

Caldarroste



Siamo quasi a Novembre e già le nostre strade iniziano ad esser gradevomente invase dal fumo e dal caratteristico odore delle caldarroste.
E già, un bel pacchetto di castagne arrostite è proprio irresistibile.
Basta un braciere ben alimentato ed il rito della castagna arrostita si rinnova e si consuma (nelle regioni del sud la castagna arrostita è un vero rito).
Per molta gente che vive a Palermo non esiste autunno senza il familiare “fumo bianco” che avvolge l'intera strada. Molti scherzano quando dal braciere si diffonde il bianco prodotto di quella combustione “stuzzicapalato” ed i più spiritosi arrivano a dire simpatiche battute del titpo: “...mizzica, guarda quanto fumo bianco, e che hanno fatto il Papa...?”. Tutti gli amici scoppiano un una fragorosa risata e, con l'acquolina in bocca, si precipitano ad acquistare quella prelibatezza.

20.10.2009

Vincenzo Cordovana

venerdì 16 ottobre 2009

Attraente-mente

Di una donna definita molto attraente si dice che abbia avuto una relazione con un uomo molto ricco e potente.
Di una donna definita non molto attraente si dice che non potrebbe mai avere una relazione con un uomo molto ricco e potente.
La donna definita molto attraente si indigna sentendo di essere ritenuta una donna con la quale ci si possa divertire.
La donna definita non molto attraente si indigna sentendo di essere ritenuta una donna con la quale non ci si possa divertire.
La donna definita molto attraente forse è contenta di essere molto attraente ma dice che non vorrebbe attrarre.
La donna definita non molto attrente forse è scontenta di essere poco attraente ma non dice che vorrebbe attrarre.

La donna definita molto attrente con il passare degli anni potrebbe diventare non più attraente. In questo caso sarebbe contenta di non essere più attraente e di non attrarre o vorrebbe, se mai fosse possibile, tornare ad essere attraente ed attrarre, avendo, se è il caso, anche una relazione con un uomo molto ricco e potente e tornando ad indignarsi per essere ritenuta una donna con la quale potersi divertire?

La donna definita poco attraente potrebbe decidere di affidarsi ad un chirurgo plastico che fa miracoli e diventare attraente. In questo caso sarebbe contenta di essere attraente e di attrarre un uomo ricco e potente iniziando anche una relazione con lui e correndo anche il rischio di essere definita una donna con la quale potersi divertire?
Oppure, ormai diventata attraente, si indignerebbe di essere ritenuta una donna attraente con la quale potersi divertire?

Mistero della mente
attrarre l'altra gente
ci impegna totalmente
pur incoerentemente

13.10.2009

Vincenzo Cordovana

sabato 10 ottobre 2009

Quel codino sbarazzino



Ecco li, su quel capino,
l'ho intravisto già al mattino,
quale piccolo pensiero
è spuntato un bel codino.

Lui l'apprezza e l'accarezza,
del pensier prova l'ebbrezza
ma l'idea, posticcia e spuria,
ora è ancora una peluria.

Or coltiva quel pensiero
e l'idea pian piano cresce
e più spreme le meningi
più il capello, inver, fuoriesce.

Ma attenzion perchè un pensiero
può anche invadere la mente
e poi rendere la testa,
da che è vuota, una foresta.

Ed ancor voglio allertarti
e poi dirti una cosetta:

se un bel giorno vuoi, lisciando,
una testa più perfetta
non illuderti di togliere un pensiero,
di rendere più lucida la mente
con un colpo ben netto … di lametta!!!

Vincenzo Cordovana

10 Ottobre 2009

martedì 29 settembre 2009

Tarzan innamorato in Via Giusti

Questa storiella triste che parla di giungle e d'amori perduti è stata recuperata da un confronto foto chiacchera tra Maurizio Crispi (foto) ed Enzo Cordovana (chiacchera) pubblicato su un noto social network
Temerari i due hanno deciso di pubblicarla sul blog di Vincenzo Cordovana (questo) e sul blog di Maurizio Crispi (Pensieri Sparsi) sperando con ciò di poter fruire delle attenuanti previste dalla Legge nei casi di concorso di colpa





Un Tarzan innamorato nella giungla d'asfalto che pensa all'amore perduto, un romantico amore uomo scimmia.
Nella giungla si vivono altre forme d'amore
Interessante la A a triangolo isoscele.
Ricorda vagamente l'occhio di Dio
Forse Tarzan starà facendo scuola guida.
Forse rimpiange la piena libertà di cui godeva nella vera giungla.
E' per questo che, nostalgico, ha urinato per terra
Addio liane
Presto Tarzan farà l'esame di guida e poi si comprerà un bel SUV con il quale potrà anche fare del fuoristrada e potrà tornare a vedere la giungla.
Allora saprà che scimmia si scrive con due emme ma di scimmie non ne vedrà neanche l'ombra perchè le scimmie non si faranno vedere da lui.
Le scimmie decidono loro quando farsi vedere
Questa storia è molto triste

Maurizio Crispi
Vincenzo Cordovana

25.09.2009

mercoledì 16 settembre 2009

Universi orbitanti

"A volte, passeggiando per strada, si può avvistare l'infinito che fa una pennichella..."




Dopo aver vorticato un'intera notte con fanciulli penzolanti, centrifugamente proiettati, la giostrina adesso riposa. Sottile catena raccoglie, attratti al centro, seggiolini satelliti. E' quiete, non vi è traccia del notturno frenetico orbitare. Planetario sistema si condensa e rappresenta nel ludico, infantile recinto.
Temprata dal dolce abbandono la giostra prepara futuro volteggio.
Potesse il sistema degli astri orbitanti capire il valore di un giorno di quiete, fermare il suo corso, bloccare con ganci le stelle e i pianeti, lasciare sospeso, avvinto ad un filo, l'intero universo.
Potesse per mano del Grande Giostraio sognare tranquillo un'intera mattina e poi riorbitare seguendo il volar di fanciulli su lieta giostrina laggiù, in riva al mare.

16.09.2009

Vincenzo Cordovana

lunedì 7 settembre 2009

Momo vi vede



"...Si erano da poco dissolti i manifesti elettorali ed ecco comparire una scritta, ben più inquietante del volto del candidato a primo cittadino..."


Oibò! E cosa è mai questa scritta. "Momo vi vede"? E chi è Momo? Forse è il diminutivo di un qualsiasi nome con diverse emme. Ma se così, se Momo è un qualsi libero cittadino, come fa a vederci? Forse dispone di un potente binocolo e ci osserva dai palazzi qui vicino. In questo caso la frase “Momo vi vede” sarebbe da intendersi non nel senso di un assoluto e costante controllo ma descriverebbe una capacità di osservazione limitata al campo visivo e quindi Momo non ci vedrebbe più se voltassimo l'angolo (in questo momento sarei dentro il raggio d'azione di Momo appostato da qualche parte).
Oppure Momo non esiste e vale quanto il Sarchiapone di Walter Chiari. Sarebbe quindi una burla che però otterrebbe il risultato di insinuare in noi, subdolamente, il timore per l'esistenza di una non meglio definita "entità" capace di esercitare un minaccioso ed ubiquo controllo (Momo vi vede e quindi attenti a quello che fate, non potete fuggire all'occhio di Momo)
Oppure, oppure (e qua farò un bel salto) Momo appartiene al trascendente ed è veramente il farsi nome e tabellone del “Guardone originale”, il “Momo Supremo” che sempre è stato e sempre è.
Ma anche in questo caso non ci siamo. “Momo vi vede”, ingiunge il cartellone. Embè? E dopo che mi vede che cosa può accadere? La frase è incompleta ed andrebbe completata con un qualche riferimento normativo (Momo vi vede perchè vuole vedere se trasgredite questo o quello etc.). Ed anche se così fosse e non rispettassi la regola che cosa mi accadrebbe? Il cartellone nulla lascia trasparire.
Ed allora? E se Momo (trascendente o immanente che sia) si limitasse a vedere per il puro piacere di vedere e vedendoci si rallegrasse nel ritrovarci? In questo caso la frase potrebbe essere interpretata nel senso che Momo ama vederci e rivederci, è felice di ciò e ce lo vuole semplicemente comunicare.

Viviam le nostre vite come ci pare e piace, Momo ci vede e forse si compiace.

07/09/2009

Vincenzo Cordovana

lunedì 31 agosto 2009

Instant messaging (massaggiando messaggiando)

Ore 7,00. Suona sveglia abitazione utente social network dedito minuziosa attività istant messaging. Istintivamente sopprime sveglia e con medesimo dito attiva notebook su comodino opportunamente lasciato in stand-by. Brevi istanti cui segue prima digitazione nuovo giorno:

“...sono sempre io, dopo avervi comunicato urinata 4 del mattino sto grattando con mano sinistra organi angipubici intorpiditi dopo il riposo notturno mentre con la destra digito e vi saluto...”

Ore 8,00
“...mi sono scottato le mani nella caffettiera porc... butt...”

Ore 8.30
“...mmmmm, mmmmmm, non ci riesco, ieri devo avere mangiato qualcosa di astringente, mmmmm, mmmmmmm, ahhhhhhhhh, finalmente...”

Ore 9.00 utilizzo di dispositivo mobile collegato con social network
“...sono in macchina, ad un incrocio un tizio mi ha tagliato la strada, gli sto mostrando il mio dito indice e mignolo mentre tengo richiuso il medio e l'anulare...”

Ore 11.00
“...ho appena fatta la pausa caffè. Mentre guardo la cassiera mi sono versato la tazzina sulla camicia...”
Ore 14.00
“...sono appena arrivato a casa. Mi sono messo in mutande e guardo il telegiornale...”
Ore 14.02
“...non trovo il cellulare...”
Ore 15.00
“...ho un sonno pazzesco, forse andrò a schiacciare un pisolinoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo...”

Il social networker si sveglia alle 18.38 con il dito anchilosato sulla lettera “o”. Cancella 573739 lettere “o” digitate involontariamente durante il pisolino e pigia il tasto invio. Marco e Giuppy '78 hanno gradito il post delle ore 14.02 ed hanno risposto: “...trovo molto interessante quanto dici. Ci dispiace che hai perso il cellulare. Cercalo...”
Altre 30 persone hanno trovato “molto” interessante questo elemento.
Carla ha risposto: “...anch'io la settimana scorsa ho perso il mio cell, ma poi l'ho ritrovato...”
Anche Frosty trova interessante questo commento

Ore 20.00
“...sto mangiando la frittata...”
Ore 20.02
“...sto bevendo la Coca Cola...”
Ore 20.03
“...vi invio il super rutto...” (compare nel monitor dei contatti una simpaticissima emoticon con su scritto “Brumple”)
Ore 21.30
“...mi sono appena incontrato con la mia fidanzata, siamo a casa sua, lei è molto happy e mi dice: -finalmente soli-...”
Ore 21.45
“...vi confesso che togliere il reggiseno alla propria fidanzata con una mano sola mentre con l'altra si digita per mantenere i contatti è abbastanza difficoltoso...”

A 400 persone piace questo elemento

Marco commenta: “...e già...”
Laura commenta:”...già...”
Fofi commenta: “...oh,oh...”
Laura commenta il commento di Fofi: “...oh...”
Gimmy commente: “...uh,uh...”
Laura commenta il commento di Gimmy: “...uh..”

Marco, Laura Fofi e Gimmy si sono iscritti al gruppo “QUELLI KE NON SOPPORTANO I COMMENTI MONOSILLABICI”

Ore 22.00
“...sto assumendo una bella compressina azzurra...”
Ore 23.000
“...la compressina sta facendo effetto, ne prendo altre due per maggiore sicurezza e vado alla carica...”
Ore 23.10
“...amici, mi sto riproducendo, anche se con una sola mano è moooolto complicato..., nella foga si corre il rischio di mettere in stand-by il notebook...”

“Nooooooooooo, cosa fai, ma sei proprio scema, con la chiappa hai schiacciato lo shut-down ed il collegamento si è interrotto, lo capisci, si è interrotto, ormai è finito tutto, sei una sciagurata, ed ora come farò, come farò”

Finale tragico

Fu così che in un momento
svanì il bel collegamento
per la sciocca signorina
con la natica assassina.

Pentita,la ragazza
capì la sua incoscienza.
A lui restò soltanto
la sua detumescenza

31.08.2009
Vincenzo Cordovana

lunedì 17 agosto 2009

Compressità





La pillola del giorno dopo ...






... la pillola del giorno prima!!!






17.08.2009
Vincenzo Cordovana

venerdì 7 agosto 2009

Moana

Appena adolescente
sognavo intensamente,
chiuso li, nella latrina,
discinta su quel foglio,
stupenda la divina.

E quasi quotidiano,
al chiuso di quel vano,
lasciavo liberarsi
l'ardor nella mia mano..

Allor nel mio pensiero
carezza più lasciva
a lei io dedicavo,
le davo l'esclusiva.

Pensavo: “dolcissima,
t'amo immensamente,
di me non avrai il corpo
ma avrai certo la mente
”.

E con quella eccitazione,
chiuso li dentro quel cesso,
nell'amar quelle figure
conoscevo un po' me stesso.

Fu in un giorno sciagurato,
con mistero indecifrato,
che il bel corpo color talco
sparì via dal rotocalco

Amando quel bel volto,
ornato di stelline,
giammai mi concedetti
ad altre cartoline.

Ed allora abbandonai
la cloaca erotizzata
ed andato a passeggiare
ebbi qualche fidanzata.


“...A chi pensi dolce amore,
io ti vedo un poco assente,
sei con me, ma parzialmente,
dove posa la tua mente
...?”

28.07.2009

Vincenzo Cordovana

domenica 26 luglio 2009

Astrobufale e bufalegemelle

Commento all'articolo di Maurizio Crispi dal titolo “Lo sbarco sulla luna, vero o falso, è una formidabile macchina dei sogni” pubblicato sul blog “Pensieri sparsi


I sospetti in merito alla veridicità dell'impresa spaziale americana, l'astrobufala che tanto ci appassionò in una indimenticabile trasmissione fiume in bianco e nero del '68, anno anch'esso mitico per altri eventi, ritengo facciano il paio con gli analoghi e più recenti sospetti sulla veridicità del criminale “attacco contro l'occidente ad opera dell'Islam assassino” compiuto nella data, già simbolica dell'11 settembre (meglio espressa dal neo logo 11/9 e dal merchandising susseguente).
All'inarrestabile macchina per sognare” , come hai molto efficacemente definito l'evento spaziale calato nel nostro immaginario, si affiancherebbe una “inarrestabile macchina per sognare un nemico”.
Noi , ovviamente, come nella migliore tradizione western, siamo i buoni, i cowboy, gli astroeroi dell'umanità che migliorano lo spazio interstellare, i garanti della libertà che respingono coraggiosamente ogni proditorio attacco alla nostra identità culturale, alle conquiste della nostra straordinaria società

24.07.2009

Vincenzo Cordovana

giovedì 23 luglio 2009

Panchinismi

Questo post è tratto da un intervento pubblicato nel gruppo “Quelli ke le panchine” che furoreggia in un noto social network “Per tutte le persone che ritengono la panchina come elemento indispensabile nella nostra società, per esempio: luogo di aggregazione, di contemplazione, di riposo”



Cari amici che passate sulle panchine buona parte della vostra giornata (sto esagerando però sarebbe bello se fosse possibile), volevo proporre alla vostra attenzione alcune considerazioni relative allo “status” del nostro gruppo. In particolare mi vorrei riferire all'elemento qualificante del gruppo stesso, ovvero “la panchina” e vado dritto al quesito:
è possibile assimilare alla panchina altre forme di supporto per le nostre terga da pensatore, quali potrebbero essere, ad esempio un pietrone (spero comodo e levigato), un tronco, una ringhiera (che consenta comunque un appoggio sufficientemente comodo), un marciapiede (del quale avremo preventivamente valutata l'assenza di escrementi o gomme premasticate) e così via dicendo?
Bando alle ambiguità, verrò allo scoperto proponendo di estendere il concetto di panchina anche a tali basi di appoggio seppure difformi dalla panchina classica identificata da una serie di listelli assemblati in file parallele su di un supporto sagomato, purchè sia fatto salvo l'assunto di base del documento fondante il gruppo che testualmente identifica nella panchina un luogo di aggregazione, contemplazione e riposo.
L'eventuale accettazione da parte del gruppo potrà anche configurare la necessità di una revisione semantica e lessicale del nostro vocabolario (che in seguito potremo anche proporre nei preposti ambienti accademici), infatti mentre l'espressione “stare seduti su di una panchina” sarà usata per descrivere l'utilizzo di una panchina “classica” (costruzione a listelli etc.), per tutte le altre forme di seduta alternativa si potrà, più opportunamente e per analogia, usare il termine “appanchinato” (si sta seduti su di una panchina mentre “ci si appanchina” su un marciapiede o su un putto sporgente se ci troviamo in una città d'arte). In tale contesto sarà da proporre anche il termine “panchineggia-panchineggiare” (es.Marco panchineggia su un tronco d'albero mentre riflette sul fatto che Sara, la sua ragazza, si sbaciucchia con Carlo seduta su una panchina).
Mi alzo con i pantaloni e la camicia a strisce parallele di colore verde da una panchina appena verniciata (modello classico a listelli) e vi invito a contribuire in massa alla decisiva riflessione che cambierà le sorti del nostro relax e della nostra cultura.

23.07.2009

Vincenzo Cordovana

domenica 19 luglio 2009

Viti

Per esser più apprezzato e forse anche più bello,
dopo avere infilzato, con anello, il labbro, il lobo, l'orbita
e avere infisso al naso, penzolante, anche un cestello,
con martello, un trapano e un bel cacciavitino
ho avvitato per benino nel mio spento cervellino
un metallico pendaglio ed un trillino.

Ed allor, se casualmente mi sollecito un pensiero
guarda un po', non son più anonimo,
mi si attiva il campanello e lo sente il mondo intero.
E all'opposto se per caso vado a sbattere la testa
il pendaglio conficcato, dall'impatto stimolato,
mi trasmette quell'impulso e il cervello orben si desta.

Ed allor così ho imparato che se scuoto un po' il capino
io divento intelligente, parlo in arabo, in latino,
o se smuovo il capo allor per ore otto,
come cane balocco oscillante in un lunotto,
io da solo mi stupisco, guarda un po' che risultato,
in un battibaleno son laureato.

Tra i miei pari or sono un mito,
quell'orpello fa tendenza ed amplifica, inserito,
quel che vi è nella coscienza.
Con l'ausilio di un pendaglio e squillante campanello
tu solleciti il cervello, sei apprezzato sei un modello.
C'è chi allor con quell'aggeggio nella mente conficcato
un bel giorno si è trovato giornalista o deputato.

MORALE:
Per lanciarti nel bel mondo, esser ricco ed anche potente
metti al bando le sostanze che ti rendono piacente,
suscitando apprezzamento, mentre bruciano la mente.
Con pendaglio e con martello puoi ottener lo stesso effetto,
e sembrare anche più bello

15.02.2009

Vincenzo Cordovana

giovedì 2 luglio 2009

Globalizzato

Vivendo in un paese che fa da suola allo stivale,
privo di occupazione, di tutela sindacale,
volli mutare un dì la triste condizione
cambiando, risoluto, financo la nazione.

E allora mi recai, con fare assai gentile,
in luogo da tutti definito più civile.
In quel luogo moderno è bandito il chiacchericcio,
chi viene da lontano, è un po' più scuro, è malaticcio.

Compresi che in quel luogo la gente non saluta
e mi spiegai il perchè: li è un poco più evoluta.
Quando poi rivolsi la parola ad un cittadino
mi guardò stralunato, mi prese per cretino.

Ed al fin quando proposi produttiva prestazione,
che giungesse a completarsi con la mia corresponsione,
mi fu detto: “...non capisci, caro amico,
questa nuova condizione?
Che viviam nell'uguaglianza?
Che siam tutti un sol paesone?
Tu pensavi che partendo fosse il mondo differente?
Ma sei proprio un troglodita, non capisci proprio niente.

Non vi è più quel mondo a scale,
chi sta bene, chi sta male.
Se da te tu non lavori e poi cambi la nazione
sarà come a casa tua, sarai senza occupazione...,
...cosa dici? Cosa sento? Ma che termine antiquato,
qui da noi più non si usa, non sei più “disoccupato”,
la questione è ormai risolta, tu sei ormai “globalizzato...”

15.02.2009

Vincenzo Cordovana

giovedì 25 giugno 2009

Ultras

Ultras è un termine famoso
per definire chi, in modo assai focoso,
ricorre volentieri financo alla violenza
per demolire l'odiata concorrenza.

“... vincere e vinceremo ...,
... e poi li schiacceremo ...,
... noi ci vendicheremo
...”

son frasi di tipo militare
portate sugli spalti pare, pare.

Con ciò non so se un artificio politico sociale
giunga a condizionare l'univoca morale.
Inver scannare sugli spalti è criminal fascismo,
lontano e con stellette è un atto di eroismo.

E poi c'è la trasferta di questi ragazzoni
sciarpe, petardi, mine, fosforiche esplosioni.

Che siano capipopolo oppur capi di stato
ad arringar proseliti al gesto scellerato
civili noi chiediamo, calcistico o minato,
che il campo, con rigore, gli sia squalificato

09.02.2007

Vincenzo Cordovana

mercoledì 3 giugno 2009

Panchine da viaggio

Diversi anni fa, passando per una strada di grande transito, vedevo sovente, “appanchinato” sempre nel medesimo segmento di gard rail un uomo di mezza età, vestito con un giubbotto e recante con sé alcune valigie. Stava fermo, solitario a guardare la strada ed il traffico dei veicoli che scorrevano dinanzi a lui. Con alcuni amici, miei compagni di percorso si rideva di lui considerandolo portatore di una strana follia ma, a ben pensare, io ho sempre considerato quell'uomo semplicemente un viaggiatore, si, il rappresentante di una tipologia nuova di viaggiatore. Con quel giubbotto e quelle valigie quell'uomo era per me una sorta di “viaggiatore stazionario”.
Mi spiego.
Mentre il viaggiatore cammina per il mondo, quell'avventuriero visionario vedeva il mondo scorrergli davanti. E così ogni giorno, per molti giorni. Poi, all'improvviso non lo vidi più. Chissà dove sarà adesso. Forse si è stancato di viaggiare ed è tornato a casa, forse è invecchiato e non ha più le forze per continuare il suo viaggio, forse sta seduto da solo in un'altra panchina e vive ricordando,
quando,
ancor giovane,
viaggiando
da quel posizionamento
conobbe il mondo,
perpetuo,
in scorrimento

03.06.2009

Vincenzo Cordovana

giovedì 28 maggio 2009

Traffico d'organi

Siam nell’anno trentamila,
al mercato c’è la fila,
stan vendendo d’occasione
cuori, addomi, anche un polmone.

In quest’anno cibernetico
ho acquistato un cuor magnetico
un testicolo ed anche un ano
in vinilpoliuretano.

Ma con mio grande dispetto
questo cuore, maledetto,
perde sangue a profusione
da una guasta guarnizione.

Lo diceva anche mia zia
di prestar molta attenzione,
negli acquisti d’occasione
spesso non v’è garanzia.

Io son proprio un gran pivello,
sono proprio sprovveduto,
non riesco mai a pensare
che un buon organo è un affare.

In un mondo disonesto
devi stare sempre desto,
vai in un centro di assistenza
e ti ruban la coscienza.

Ho acquistato un accessorio
che mi serve per amare,
grosso, forte, dritto, bruno,
lo dovevo ancor montare.

Io son sempre un po’ distratto,
l’ho lasciato incustodito,
è passato un pervertito,
...il bell’organo è sparito... !

Io funziono poco bene,
il cervello non mi tiene,
non ho soldi per cambiarlo,
mi limiterò a saldarlo,

ma potrei forse acquistarlo
al mercato d’occasione,
guarda, compro proprio quello,
...e mi danno anche un coglione...!

26.01.2007
Vincenzo Cordovana

mercoledì 13 maggio 2009

Il candidato

Dal primo al sesto pian del fabbricato
campeggia irriguardoso il candidato.
Inverecondemente ci propone
il grasso suo faccion per l’elezione

Ritengo che in tal modo lui ci ostenti
la parte di se che è più apprezzata
così da motivare i reticenti
all’opportuno consenso “da facciata”.

Vedo i capelli (radi) ed i denti
carenti di opportuna ortodonzia
vedo il gran tondo vedo il mascellone
atto di certo alla manducazione.

In tal maniera di certo lui ci esprime
la parte sua che gli è più funzionante,
come sarebbe il dito del cecchino,
cercando di mostrarsi interessante.

Volendosi pertanto dar da fare
ad acquisir consenso popolare
un altro candidato da facciata
è li a mostrar la parte di se che è più apprezzata.

Eccolo la in fondo già lo vedi,
un po’ a rappresentare la nazione,
tra stupore, imbarazzo e ammirazione
mostrarsi a noi il futuro assessor Rocco Siffredi

Vincenzo Cordovana

27.12.2006

lunedì 27 aprile 2009

Amor murale (linguaggi 1)

“... 6 carina srikkiolina...,
...John, 6 bono...,
... 6 sgualdrina...,
...noi 2 insieme per l'eterno...,
...non mi piaci, vai all'inferno...,
...dammi baci a 100000...,
...per trombarti c'è la fila...,
...Pucci, sempre nel mio cuore...,
...Genny, tu 6 il vero amore...,
...questa coppia è ormai perfetta...,
...Linda 6 la mia fighetta...,
...già ti vedo in chiesa, in velo...,
...noi tre metri sopra il cielo...”


Queste frasi appassionate
son spuntate da due sere
fitte, fitte lungo i muri
del mio civico quartiere

provocando il forte sdegno
di chi vede deturpata
dal romantico pennello
lì, del muro la facciata.

“...ma che scempio, che incivili,
son dei vandali scurrili,
questi son modi indecenti
di giocar coi sentimenti,
che linguaggio repellente,
che costume decadente
...”

Io non so se tal maniera
di propor la relazione
sia corretta, sia sincera
o se sia una aberrazione.

Io non so se ciò sia giusto,
io non so se sia morale
ma di certo posso dirlo:
questo è odierno amor murale”

31.01.2007

Vincenzo Cordovana

domenica 19 aprile 2009

Il pendolo (tirannisù, tirannisì, tiranninò)

E’ opinione diffusa nel mondo occidentale,
sarà un'efferatezza, per altri è un pò normale,
che massima espressione sia di democrazia
far penzolare il tiranno nella via,

come se il progresso del tempo, della storia,
sia meglio scandito da l'uman pendolo, a futura memoria.
In tale condizion, logicamente,
valor si da alla vita, condizionatamente.

Ripenso quindi alla Lauretta,
di sedici anni che, per condiviso ardore,
ebbe a trovarsi li sola soletta
a fronteggiar l’inquisitor d’amore:

“...ragazza lo sai che è sempre una viltà
volersi avvalere dell’opportunità
di viver differita la tua maternità?,
Ragazza che fai, non provi ancor vergogna
vuoi gettar l’innocente nel nero di una fogna?
Che orrore, che scempio, giammai l’aspirazione,
se proprio aborto sia, sia con l’impiccagione
...”

Vincenzo Cordovana

12.01.2007

mercoledì 8 aprile 2009

Plasticittà

Guardando di nascosto accoppiarsi un africano,
al fin di prevenire dell'ardor l'uso malsano,
sempre attento alla vita e alla morale, il Vaticano,
volle inibir gli approcci copulosi
che poi ci sovrappopolano e danno le virosi.

Ed allora si decise a chiamare sconveniente
la condotta scellerata che esibisce tanta gente,
che la porta, animalesca, a sfoggiare i genitali,
ed a viver sentimenti con passione da animali.

L'amore, si sa, vive nel cuore.

Per chi ritiene che risieda un pò più sotto,
giammai si interponga tra le bestie un plasticotto.

Ma l'industria del vinile,
sempre oscena, sempre vile,
fece tubi a profusione
per l'amor, per la passione.

Ne produsse colorati,
alla fragola, zebrati,
inducendo i peccatori
a variar mogli e colori.

E che dir della rovina
della plastica che inquina?
Quell'amor così diverso
può distrugger l'universo.

La preghiera più appropiata
fu, pertanto, formulata:
lo prometto, finchè vivo
mai userò il preservativo


La condanna allor si estese, con il pubblico abominio,
in quel luogo indemoniato ove si usan troppi condoms,
che chiamiamo condominio.

Come, non credi ancora che in civili abitazioni
i corpi si uniscano, impuniti,
in tali animalesche e malsane congiunzioni?

Che dire, sei proprio un sempliciotto,
eccoti un binocolo, guarda quel palazzone,
si, quello giallo vicino alla parrocchia,
si, si, quello la sotto.

Ed adesso guarda in alto, lo vedi li quell'attico,
vi abita il notaio e quella li è la moglie,
la tipa prosperosa che sfoggia il suo bel petto,
hai visto, insieme a un cherichetto
sta usando un profilattico,
e dir che stamattina, guardando da lontano,
plasticato vi ho intravisto credo, forse, il sacrestano,

Ma sbagliar da qui è normale,
sarò stato abbacinato,
quell'omino ben gommato,
col tubetto porporato,
era forse un cardinale

07.04.2009

Vincenzo Cordovana

domenica 29 marzo 2009

Proposte

Io propongo, io son concorrenziale,
secondo un criterio che è aziendale,
io propongo, verifico, progetto,
nel mondo produttivo son perfetto.

Ho messo al bando ogni improvvisazione,
ho un protocollo per ogni situazione.
Anche nel mio privato, è cosa ormai decisa,
io seguo sempre una linea condivisa.

Se una ragazza mi crea una sensazione
ho linee guida per la seduzione.
Se mi indigna una strage o una guerriglia
valuto tutto secondo una mia griglia.

Per essere tra gli altri sempre competitivo
mi mostro sovente assai propositivo.
Elaboro uno schema e tutto poi incasello,
dò delle priorità, lavoro di righello.

Propongo sempre tutto, ma poi non dico niente,
proponendo soltanto me stesso proponente.

13.02.2007

Vincenzo Cordovana

giovedì 26 marzo 2009

Proprietà transitiva

Esempio: Una ragazza definita “arrivista e molto allegra” ha fatto carriera e si è inserita in molti ambienti che contano.
Per la nota proprietà transitiva possiamo dire che “molti ambienti che contano si sono inseriti in lei”.

Definizione: cambiando l'ordine delle fattrici il prodotto non cambia

17.02.2009

Vincenzo Cordovana

giovedì 19 marzo 2009

Uomini volanti (Storia della canzone italiana - Sanremo 2007)

Ha suscitato consenso totale e commozione
la storia musicale di un uomo che, privo di ragione,
volle fuggire da bieca istituzione
facendo un fatal volo giù, giù da un finestrone,
parlandoci di amore che vuole libertà,
combatte le censure, sfida la gravità.

Ignoto, un altro uomo, fuggendo la consorte,
volò dal suo balcone cercandovi la morte
ma, ahimè ! fu sfortunato,
cadendo sul selciato
finì su un macchinone che vi era posteggiato,
così gli sfondò il tetto e il nostro amico Gianni,
rimasto vivo e storpio, financo pagò i danni.

Nessuno lo ricorda, salvò così la pelle,
rimase con sua moglie
in sedia con rotelle.
Morale presuntiva da queste due strofette:
il volo ben riuscito dal pian numero sette
esisterà soltanto in fiabe o canzonette

03.04.2007

Vincenzo Cordovana

giovedì 12 marzo 2009

Stupridaggini (amor virile, amor virale)

Mentre passeggiavo in un pubblico giardino
con un libro, la borsetta e defecava il cagnolino
incontrai, felici e distesi nel prato li vicino,
alcuni giovanotti scesi da un motorino.

E quando lor mi videro, da sola,
rifletter solitaria la condizione mia
fu lì che mi attestarono
scomposta simpatia.

Così mi avvicinarono
e vinto il mio sgomento
a turno in me trovarono
convulso appagamento.

Ma non li giudicai
ed Evangelico precetto
volli interpretare,
con lividi nel petto.

E come l'altra guancia
puoi ostentar dopo un buffetto,
piangente cedetti a quello sfizio
e porsi a loro, col perdon, l'altro orifizio.

E ancor non li condanno
per tutto ciò che fanno,
e sola ho un'intenzione:
dosar l'interferone.

E' sempre assai infantile
mostrar con la violenza la carica virile
e allor, per controbattere a chi mi fa del male,
donai, con quell'amplesso, mia carica virale.

No, no, non mi accanisco,
son ora a me vicine le loro giovin vite,
siam quasi una famiglia,
wellcome nell'epatite

12.03.2009
Vincenzo Cordovana

giovedì 5 marzo 2009

Specchi d'amore (gossip e clausura)

La nota e sensualissima attrice Eva Mendes, eletta per il secondo anno consecutivo la donna più desiderabile del mondo, ha dichiarato ad un settimanale (notizia riportata sul Corriere della Sera del 04.03.09 e ripresa da diverse testate giornalistiche online):

“...volevo farmi suora, finché un giorno mia sorella Rebecca mi disse:“Ma lo sai, vero, che le suore non vengono pagate?”
Non parlai più di prendere i voti.
Adesso sono icona di sensualità”
.

Una ipotetica lettrice avrebbe così commentato la notizia: “...sono una suora e volevo farmi Eva Mendes ma lei voleva essere pagata.
Non parlai più di volermi fare nessun'altra
Adesso sono icona di castità...


05.03.2009

Vincenzo Cordovana

sabato 28 febbraio 2009

Collaboratori di Giustizia (poolizia)

Cari radioascoltatori, per la serie dentro la notizia siamo quest'oggi dentro il nostro Palazzo di Giustizia e cercheremo di intervistare qualche protagonista della nostra tormentata vita giudiziaria. Quella scala che vediamo in fondo al corridoio conduce agli uffici della Procura della Repubblica e noi cercheremo di avvicinarci. Ecco una giovane donna sulle scale, sicuramente un giudice di nuova nomina, volto pulito come vorremmo che fossero sempre i nostri giudici

"...ci scusi se la disturbiamo durante il suo lavoro..., ...prego, dica pure..., ...la società sente un grande bisogno di pulizia e ripone molte speranze nel vostro lavoro..., ...ne siamo consapevoli e cerchiamo di fare sempre del nostro meglio ..., ...cosa direbbe ai cittadini che temono il marcio e lo sporco che a volte si annida in luoghi come questo..., ...direi di stare tranquilli e che tutti noi lavoriamo per loro..., ...cosa pensa della separazione delle carriere..., ...bè, potrei dirle che io ho lavorato un pò in tutti i piani di questo edificio e che preferirei fare carriera lavorando soltanto da una parte..., ...bene, cari ascoltatori, ecco qui un operatore di giustizia favorevole alla separazione e che forse ci vuole lanciare un preciso messaggio politico..., ...senta, può dirci cosa ci vorrebbe per rendere migliore un luogo come questo..., ...bè direi che speriamo sempre che si entri in questo posto con mani pulite anche se spesso ciò non accade e allora siamo costretti a fare pulizia noi..., ...è opinione diffusa tra i cittadini che questo luogo pieno di vetri risulti spesso poco trasparente..., ...è vero, ne siamo pienamente consapevoli, ma io ed i miei colleghi siamo totalmente impegnati per risolvere il problema e rendere tutto totalmente trasparente..., ...in che rapporti siete con la Polizia Giudiziaria..., ...spesso negli uffici giudiziari c'è un problema di pulizia..., ...per finire, cosa pensa dei collaboratori di giustizia..., ...lamentiamo spesso la mancanza di collaborazione e senza collaborazione lo sporco rischia di infiltrarsi ovunque..., ...bene, allusiva e fin troppo eloquente, per oggi abbiamo concluso. Restituiamo quindi al suo prezioso lavoro questa giovane operatrice di giustizia, della quale, per motivi di riservatezza non sveleremo il nome. Vi ringraziamo della vostra attenzione e per averci accompagnati in questo viaggio all'interno dei problemi che affliggono la nostra giustizia.

Continuiamo a gridare la nostra insopprimibile voglia di pulizia. Alla prossima... "

La troupe si allontana e manda in onda il servizio che ottiene una grande audience, unanimi consensi di critica e viene anche proposto per un noto premio giornalistico, l'operatrice di giustizia sulle scale entra in uno sgabuzzino e ne esce con la divisa della ditta di pulizia "Giustipul" * armata di scopa, secchio, detersivi e di buona lena inizia a ripulire il palazzo di giustizia dello sporco annidato fin dentro gli angoli più riposti


* società cooperativa che ha in appalto i lavori di manutenzione e pulizia degli uffici giudiziari nota per lo slogan "Il tuo pool è impulverato, ripuliscilo con Giustipul"

28.02.2009

Vincenzo Cordovana

sabato 21 febbraio 2009

Campi (goals e banane)

Domenica pomeriggio, cammino con mio figlio (anni 9) verso tempio sport popolare ove risulta programmato scontro agonistico avversi ventidue contendenti a mezzo feticcio tondo rotolante e rimbalzante.
Scopo contesa: irretire feticcio parte avversa.
Entrambi agghindati con sciarpe e cappelli fregiati evocanti appartenenza contendenti.
Carichi tensione agonistica esibiamo poco convinta ostilità contro imminente avversario. Censurabili auspichiamo accidente fisico forte interprete attacco avversario, non grave ma invalidante prestazione agonistica ed arrecante supremazia nostra compagine (accettasi semplice slogatura o alvo inopinatamente diarroico).

Passo spedito transitiamo piazza altare della patria.

“...papà, cos'è quel monumento..., ...è il monumento ai caduti..., ...cosa vuol dire monumento ai caduti..., ...vuol dire monumento ai caduti in guerra..., ...cosa vuol dire caduti in guerra...”,

breve pausa entrambi riflettiamo, io perplesso poi il fanciullo continua

...ah! si, ho capito da solo, vuol dire che durante la guerra uno è caduto per terra, forse perchè è scivolato...”.

Miei attimi di interdizione, correggere interpretazione?
Superfluo, lui sa che io so che lui sa.
Preferibile applicare metafora calcistica
Fornitomi prezioso “assist” per eludere gravosa valutazione storia patria.
Prosegue metafora: realizzo goal in rovesciata volante e rilancio

“...già, è così, hai ragione. Infatti devi sapere che durante una guerra un nemico aveva mirato al petto di un soldato e certamente lo avrebbe ucciso quando, per fortuna, proprio mentre quello premeva il grilletto il soldato cadeva per terra, forse perchè aveva inciampato o forse perchè era scivolato su una buccia di banana. Comunque sia mentre lui era per terra il proiettile passava sopra la sua testa e così riusciva a scampare ad una morte certa. Quella buccia di banana e quella caduta inaspettata gli avevano resa salva la vita. Ed allora tutti i soldati che si erano salvati durante la guerra cadendo per terra vollero ricordare quel momento fortunato costruendo il monumento ai caduti...”

Brevi istanti silenzio poi riprendiamo spediti cammino verso campo contesa sportiva. Dibattiamo avvincente tematica tattica nostra compagine auspicando affermazione a danno avversario

Codardia? Forse
Blasfemia antistorica? Anche

La storia può attendere, attenderà la vita
Viviamo questo giorno
Vinciamo la partita


20.02.2009

Vincenzo Cordovana

venerdì 20 febbraio 2009

Parole 1

Il linguaggio è un pò un miraggio,
per ipocrite ragioni
descriviamo certe cose
con perifrasi e allusioni.

Se raccogli dei rifiuti,
per pulir la società,
non descrivon la mondezza
che al tuo impiego si confà
ma ritengon che ciò sia
operar d’ecologia.

Se tu vedi un ragazzone,
col suo cane e col bastone,
che cammina lentamente
e tastando lo stradone,
tu ritieni che sia bieco
dire: “ là è passato un cieco”
ma poi credi conveniente
definirlo un “non vedente”.

O se v’è una malattia
che la vita poi ti invola
tu non dici la parola,
chissà mai per qual ragione,
che è di una costellazione.
ma descrivi, e ciò è opinabile,
una gran male che è incurabile.

Non capisco allor la gente
che ritiene un “impotente” chi
in amor non è possente.
C’è più garbo e discrezione,
al descriver questo amante,
che si dica: “… lor signori,
quello è un un uomo non trombante...”

29.01.2007

Vincenzo Cordovana

giovedì 19 febbraio 2009

Spiritosaggine 1 alias Elezione (v.m. anni 18)

Per un cinese che vive in italia “l’elezione” è il prodotto dell’eccitazione maschile e quindi i cinesi ritengono che in Italia, durante le elezioni, ci si diverta a fare tutti una bella orgia collettiva (paese che vai usanza che trovi). Per questo molti cinesi sono venuti a vivere in Italia e sono anche pronti a richiedere la cittadinanza italiana.
Non deludiamoli

Vincenzo Cordovana

27.12.2006

martedì 17 febbraio 2009

Fedeltà

Due anziani coniugi, entrambi affetti da malattia di Alzheimer,
non ricordando più l'uno il volto dell'altro
fanno l'amore di nascosto,
credendo di tradirsi,
così,
sempre insieme,
per tutta la vita

13.11.2007

Vincenzo Cordovana

venerdì 13 febbraio 2009

Viagra (amore chimico, amore comico)

La donna odierna gode dell’attuale condizione
che le concede la sopravvalutazione
di un uomo che si presta, ed assai spesso,
a prodigarsi nel copuloso amplesso
mostrando il suo vigore da sera alla mattina
ma solo con l’azzurra pillolina.
Pertanto al cine, in radio, alla televisione
le si propone indefessa adorazione,
total passione ed amore impenitente
certi di amare, ma sol chimicamente.

Nel mondo odierno della seduzione
vorei allor proporre la mia composta opzione
di chi in amore, ormai si sa, si stressa
ma senza il ricorso alla chimica compressa:
“…io l’amo, eterea signorina,
vorrebbe ogni sei mesi goder di una sveltina ?
Pensi che bello, non è poi tanto male
vivere sei secondi di amore naturale
...”

20.02.2007

Vincenzo Cordovana

lunedì 9 febbraio 2009

Fili

Dispersi dalla Babele della vita
viviam la nostra storia, giochiamo la partita
e come esploratore che un sogno ha più profondo
da soli ci avviamo, scopriamo un altro mondo.

Ma dopo aver viaggiato per tutto il nostro giorno
è notte, più non troviamo la strada del ritorno.
Ed ecco che, all’improvviso, affiora alla coscienza
un filo che ci unisce, chi siam, l’appartenenza.

Sarà solo uno scherzo, lo scherzo di un bambino,
che porta a ritrovarci, a stare più vicino.

09.02.2009

Vincenzo Cordovana

venerdì 6 febbraio 2009

Genesi

Nel giardin della creazione
un voglioso serpentone
volle indurre in tentazione,
per passare una serata,
intrigente serpentella
con la pelle pitonata,

e così lui a se l'avvinse
circondandola di spire
e lei tosto si convinse
egli disse: “...giovanotto,
il programma che proponi
devo dirti non è male,
no temere, non tremare,
stai tranquillo ho la spirale..”.

E così lor s'avvinghiarono
e strisciarono in giardino
ma al momento dell'amplesso
lui le disse: “...un momentino,
non capisco, che è successo,
sarò forse un pò depresso
o sarà la digestione
che mi rende insufficiente
ad amar fisicamente...”,

lei rispose: “...non restare sconsolato,
altre volte è capitato
che un serpente palestrato
con quel suo fallico aspetto
esibisca, ahimè!, un falletto...”

Fu così che in quel mattino
in quel primordial giardino,
quell'original peccato
fu, di poco, rinviato,
salva fu la condizione
dell'universal creazione
e diciam grazie a quel rettile
con la disfunzione erettile

04.07.2008

Vincenzo Cordovana

mercoledì 4 febbraio 2009

Grande invalido

Il grande invalido io me lo tengo stretto
lui sta con me financo in gabinetto.
Ci gioco, lo accudisco, anche lo vizio
pensando al bel suo assegno vitalizio

Gli dico: “zietto mi ricordi” ?
lui resta zitto, come parlare ai sordi.
Gli dico son io il tuo nipotino,
lui spacca in quattro il mio telefonino.

Oppur gli dico: “...zio, son qui, mi senti...” ?
Mi da una gran testata spacca denti.
Quando mia moglie vede, il canterano,
la mano le allunga là, sul deretano.

A volte vorrei defenestrarlo,
gettarlo giù dal fabbricato,
vederlo spiaccicato sul selciato,
scender felice in piazza a calpestarlo

ma poi ripenso che no, non è morale
dilapidare un assegno nazionale
e porto il mio zietto dal dottore
nella speranza che gli si blocchi il cuore.

Ripenso quindi triste al fatal giorno
che zio dovrà partir senza ritorno
in chiesa piangerò con contrizione
gridando: “...oggi è volata in cielo una pensione...”

Vincenzo Cordovana

06.01.2007

Logica 1

...veda dottore, io non voglio prendere le compresse che lei vuole darmi.
Lei dice di volermi dare queste compresse perché fanno bene alla mia mente.
Se io non voglio le compresse allora vuole dire che la mia mente non vuole le compresse e quindi la sua proposta di darmi delle compresse va contro la mia mente.
Mi dica allora come fa a fare bene alla mente una cosa che è contro la mente ?…”

Vincenzo Cordovana
29.12.2006

domenica 1 febbraio 2009

Ozono

L’usanza mondiale, scellerata,
di usar la bomboletta che l’è pressurizzata
ha causato un disastro generale
rendendo i poli un luogo tropicale

Un giovane eskimese coniugato
che viveva nel ghiaccio a cupola assemblato
vide pertanto in una sol nottata
la sua casa gocciolante, liquefatta, evaporata.

E così il cittadino stralunato,
trovatosi a dormire lì, sul prato,
inoltrò al governo Nord Polare
il caso da edilizia popolare.

Ma nonostante contributi svariati e competenti,
provenienti da tutti i continenti,
la problematica così posta all’attenzione
fu giudicata di difficil soluzione.

Quand’ecco, sensibile, la multinazionale,
di gasate bombolette produttrice universale,
tese la mano al povero eskimese
al fin di raggelare l’ormai tropico paese.

“Con contributo che sia governativo
ogni eskimese ormai di ghiaccio privo
riavrà della sua casa il gelido calore
acquistando un nuovissimo refrigeratore”

Vincenzo Cordovana

06.01.2007

sabato 31 gennaio 2009

Famigliuole (famigliole)

Ma che bella la famiglia
del vicino, coniugale,
padre, madre, nonna, figlia,
un gruppetto niente male.

Ma che bella la famiglia
senza grilli per la testa,
di valor sacramentale,
che santifica la festa.

Ma che bella la famiglia
fondamento del sociale,
garanzia della morale,
di una vita celestiale

Ma che bella la famiglia
che non fa provocazione,
il papà si fa la figlia
ma con grande discrezione.

Ma che bella la famiglia
che esce unita in bel vestito,
poi, la sera, il buon marito
va a trovare un travestito.

Che squallore la famiglia
sconsacrata del vicino
lui, financo, è marocchino,
hanno avuto anche un bambino

fan l'amor convulsamente,
oh !, che cosa repellente,
che pericolo sociale,
che marasma generale.

E che dir di quella coppia
che mi trovo dirimpetto,
lui avvocato, lui architetto,
fan l'amore col culetto.

Che soverchia eccitazione,
che penosa condizione,
dove son le mie certezze,
le censure, le bassezze ?

Che sconquasso universale,
di spessor condominiale,
sta gridando anche il bambino
...sto cercando un accendino...

23.01.2007

Vincenzo Cordovana

venerdì 30 gennaio 2009

Lo spappolamento

Non puoi entrare in sacrestia
se la spina tiri via
non sei amico di Gesù
se di viver non vuoi più,

se non vuoi aver pazienza
nel finir la tua esistenza.
Non potrai più confessarti
se rinunci a spappolarti.

Perché è detto ed anche scritto
che il malato resti zitto
che capisca la ragione
di una santa consunzione

che se fugge a questo inferno
sia dannato al fuoco eterno
che saluti il suo domani
senza muovere le mani

Vincenzo Cordovana
Ficarazzi, li, 23.12.2006

giovedì 29 gennaio 2009

Mal'occhio

Dopo il telegiornale
sono andato in un locale,
sai com'è, io son vitale
e mi sento niente male

Giunto li
col mio mio fascìno
sto seduto ad un tavolino
e mi godo un cognacchino

quando vedo una cubista,
che era una anestesista,
io le faccio l'occhiolino
lei mi dice un momentino

mi ritiene un candidato
ad una morte prematura
e com’è da sua premura
mi propone una puntura.

Li per li rimango scosso
ma volendo stare al gioco
poi la porto a casa mia,
lei mi fa l'eutanasia

Hai capito caro cocco
che se incontri una cubista
si va bene che la tocchi
puoi lasciare andar le mani

ma stai fermo con quegli occhi


Vincenzo Cordovana

Ficarazzi, li, 22.12.2006
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