Questo post è tratto da un intervento pubblicato nel gruppo “Quelli ke le panchine” che furoreggia in un noto social network “Per tutte le persone che ritengono la panchina come elemento indispensabile nella nostra società, per esempio: luogo di aggregazione, di contemplazione, di riposo”
Cari amici che passate sulle panchine buona parte della vostra giornata (sto esagerando però sarebbe bello se fosse possibile), volevo proporre alla vostra attenzione alcune considerazioni relative allo “status” del nostro gruppo. In particolare mi vorrei riferire all'elemento qualificante del gruppo stesso, ovvero “la panchina” e vado dritto al quesito:
è possibile assimilare alla panchina altre forme di supporto per le nostre terga da pensatore, quali potrebbero essere, ad esempio un pietrone (spero comodo e levigato), un tronco, una ringhiera (che consenta comunque un appoggio sufficientemente comodo), un marciapiede (del quale avremo preventivamente valutata l'assenza di escrementi o gomme premasticate) e così via dicendo?
Bando alle ambiguità, verrò allo scoperto proponendo di estendere il concetto di panchina anche a tali basi di appoggio seppure difformi dalla panchina classica identificata da una serie di listelli assemblati in file parallele su di un supporto sagomato, purchè sia fatto salvo l'assunto di base del documento fondante il gruppo che testualmente identifica nella panchina un luogo di aggregazione, contemplazione e riposo.
L'eventuale accettazione da parte del gruppo potrà anche configurare la necessità di una revisione semantica e lessicale del nostro vocabolario (che in seguito potremo anche proporre nei preposti ambienti accademici), infatti mentre l'espressione “stare seduti su di una panchina” sarà usata per descrivere l'utilizzo di una panchina “classica” (costruzione a listelli etc.), per tutte le altre forme di seduta alternativa si potrà, più opportunamente e per analogia, usare il termine “appanchinato” (si sta seduti su di una panchina mentre “ci si appanchina” su un marciapiede o su un putto sporgente se ci troviamo in una città d'arte). In tale contesto sarà da proporre anche il termine “panchineggia-panchineggiare” (es.Marco panchineggia su un tronco d'albero mentre riflette sul fatto che Sara, la sua ragazza, si sbaciucchia con Carlo seduta su una panchina).
Mi alzo con i pantaloni e la camicia a strisce parallele di colore verde da una panchina appena verniciata (modello classico a listelli) e vi invito a contribuire in massa alla decisiva riflessione che cambierà le sorti del nostro relax e della nostra cultura.
23.07.2009
Vincenzo Cordovana
giovedì 23 luglio 2009
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1 commento:
Enzo, questa proprio me la ero persa.
Adesso, leggo, medito e per certo inserirò un mio commento nel gruppo FB "Quelli, Ke le Panchine"....
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