Il grande invalido io me lo tengo stretto
lui sta con me financo in gabinetto.
Ci gioco, lo accudisco, anche lo vizio
pensando al bel suo assegno vitalizio
Gli dico: “zietto mi ricordi” ?
lui resta zitto, come parlare ai sordi.
Gli dico son io il tuo nipotino,
lui spacca in quattro il mio telefonino.
Oppur gli dico: “...zio, son qui, mi senti...” ?
Mi da una gran testata spacca denti.
Quando mia moglie vede, il canterano,
la mano le allunga là, sul deretano.
A volte vorrei defenestrarlo,
gettarlo giù dal fabbricato,
vederlo spiaccicato sul selciato,
scender felice in piazza a calpestarlo
ma poi ripenso che no, non è morale
dilapidare un assegno nazionale
e porto il mio zietto dal dottore
nella speranza che gli si blocchi il cuore.
Ripenso quindi triste al fatal giorno
che zio dovrà partir senza ritorno
in chiesa piangerò con contrizione
gridando: “...oggi è volata in cielo una pensione...”
Vincenzo Cordovana
06.01.2007
mercoledì 4 febbraio 2009
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