Il linguaggio è un pò un miraggio,
per ipocrite ragioni
descriviamo certe cose
con perifrasi e allusioni.
Se raccogli dei rifiuti,
per pulir la società,
non descrivon la mondezza
che al tuo impiego si confà
ma ritengon che ciò sia
operar d’ecologia.
Se tu vedi un ragazzone,
col suo cane e col bastone,
che cammina lentamente
e tastando lo stradone,
tu ritieni che sia bieco
dire: “ là è passato un cieco”
ma poi credi conveniente
definirlo un “non vedente”.
O se v’è una malattia
che la vita poi ti invola
tu non dici la parola,
chissà mai per qual ragione,
che è di una costellazione.
ma descrivi, e ciò è opinabile,
una gran male che è incurabile.
Non capisco allor la gente
che ritiene un “impotente” chi
in amor non è possente.
C’è più garbo e discrezione,
al descriver questo amante,
che si dica: “… lor signori,
quello è un un uomo non trombante...”
29.01.2007
Vincenzo Cordovana
venerdì 20 febbraio 2009
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2 commenti:
Come si dice? "Parla come mangi!"... e sì, quanto sarebbe meglio!
La tua è una garbata ironia sull'afflizione che ci infiliggiammo del "politicamente corretto"... che rende scipito ogni nostro discorso... ma il capovolgimento finale è davvero grazioso e inaspettato. Il vero punto di svolta: definire una qualità attraverso la sua negazione...
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