giovedì 2 luglio 2009

Globalizzato

Vivendo in un paese che fa da suola allo stivale,
privo di occupazione, di tutela sindacale,
volli mutare un dì la triste condizione
cambiando, risoluto, financo la nazione.

E allora mi recai, con fare assai gentile,
in luogo da tutti definito più civile.
In quel luogo moderno è bandito il chiacchericcio,
chi viene da lontano, è un po' più scuro, è malaticcio.

Compresi che in quel luogo la gente non saluta
e mi spiegai il perchè: li è un poco più evoluta.
Quando poi rivolsi la parola ad un cittadino
mi guardò stralunato, mi prese per cretino.

Ed al fin quando proposi produttiva prestazione,
che giungesse a completarsi con la mia corresponsione,
mi fu detto: “...non capisci, caro amico,
questa nuova condizione?
Che viviam nell'uguaglianza?
Che siam tutti un sol paesone?
Tu pensavi che partendo fosse il mondo differente?
Ma sei proprio un troglodita, non capisci proprio niente.

Non vi è più quel mondo a scale,
chi sta bene, chi sta male.
Se da te tu non lavori e poi cambi la nazione
sarà come a casa tua, sarai senza occupazione...,
...cosa dici? Cosa sento? Ma che termine antiquato,
qui da noi più non si usa, non sei più “disoccupato”,
la questione è ormai risolta, tu sei ormai “globalizzato...”

15.02.2009

Vincenzo Cordovana

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